A cura di Natalia Re
C’è un fraintendimento diffuso che va chiarito, possibilmente con grazia ma senza giri di parole: l’eleganza non è un vestito firmato, né una posa da copertina, né tantomeno un linguaggio imbalsamato che finge gentilezza mentre coltiva la distanza.
L’eleganza vera – quella che lascia il segno – è una questione di sostanza.
È la forza tranquilla di chi non ha bisogno di alzare la voce per farsi ascoltare.
È la precisione di un gesto che dice tutto senza ostentare nulla.
È saper dire no con fermezza, senza mai perdere la misura.
È il coraggio di essere autentici in un mondo che premia le maschere.
In un tempo in cui l’apparenza si vende a chili, io continuo a credere nella leggerezza che pensa, nella forma che non è vuoto, nella parola che non si svende al consenso.
L’eleganza è scelta, non accessorio.
È coerenza tra quello che dici, quello che fai e quello che lasci dietro di te quando esci da una stanza.
Le donne e gli uomini eleganti non fanno rumore, ma costruiscono.
Non conquistano con l’arroganza, ma con la presenza.
Non sono ovunque, ma dove servono, lasciano il segno.
Questa è la mia idea di eleganza.
Ed è, da sempre, una questione di sostanza.