La seconda prova agli Esami di Stato, per i maturandi del Liceo Classico è un brano di Seneca. Mi piace parlarne perché quelle righe sono un monito del filosofo sulla vita.
Seneca parla a Lucilio, le parole sono di grande attualità, di impatto emozionale e, se vogliamo, lanciano un appello a sapere apprezzare le piccole cose senza cercare il consenso delle masse.
Nessuna folla, “chi è saggio non teme il volgo”.
La felicità è uno stile di vita, la sua ricerca è nel sapere apprezzare quello che per noi è scontato. Troppo distratti alla ricerca di ciò che è effimero, il successo e la sua bramosia sono istanti che non lasciano nulla.
“L’ambizione, lo sfarzo, la sfrenatezza, hanno bisogno della ribalta: se li tieni nascosti, ne guarirai. E così, se ci troviamo in mezzo allo strepito delle città, ci stia a fianco uno che ci consigli, e alla lode di ingenti patrimoni opponga la lode di chi è ricco con poco e misura le ricchezze dall’uso che se ne fa. Contro coloro che esaltano il favore della massa e il potere, lui sottolinei con ammirazione l’esistenza ritirata dedita agli studi e l’anima che si ripiega su se stessa”.
Dovremmo ricordarcene, perché è in queste poche righe che c’è l’essenza della vita. Con gentilezza e con armonia, dispieghiamo le ali.