Ci sono madri che ti insegnano a cucinare il ragù, altre che ti insegnano a sorridere con grazia anche quando vorresti lanciare piatti. E poi ci sono quelle – come la mia – che ti tramandano il più grande segreto di sopravvivenza dell’estate mediterranea: il ventaglio.
Sì, proprio lui. Quel piccolo miracolo pieghevole che in un solo gesto – flap flap – ti restituisce la dignità, anche quando ti stai sciogliendo come un ghiacciolo al sole. Perché diciamolo: il caldo trasforma anche la madre più amorevole in un generale stanco in missione nel deserto, e la figlia più affettuosa in una creatura nervosa che vorrebbe solo silenzio, ombra e aria condizionata (funzionante).
Ecco allora che il ventaglio diventa mediatore familiare.
Quando le parole si accendono come l’asfalto a mezzogiorno, arriva lui: elegante, discreto, materno. Passa di mano in mano come una staffetta di pace. Una madre lo apre con gesto solenne, la figlia lo prende e si sventola come una diva in crisi glicemica.
Silenzio. Aria. Intesa.
Perché in fondo il rapporto madre-figlia è questo: un continuo oscillare tra amore e sopportazione, tra consigli non richiesti e sguardi che dicono tutto, tra “copriti che fa freddo” e “ti ho portato il cocomero che ti piace”.
Ma sotto questo caldo feroce, impariamo a darci tregua.
Io sventolo te, tu sventoli me. Tu mi dici che ho sempre troppo da fare, io ti rispondo che sei troppo ansiosa. Poi però ci sediamo vicine, sudate ma sorridenti, a condividere un pezzo di anguria, un ricordo, un attimo di frescura.
Perché c’è qualcosa di sacro nei gesti ripetuti: il ventaglio è uno di questi.
Un simbolo gentile, che dice: “Sto qui, anche se fa caldo, anche se litighiamo, anche se ci capiamo a metà”.
Madri e figlie sono così. Ci pungoliamo come zanzare, ma ci salviamo l’una con l’altra, anche solo con un colpo d’aria improvviso.
Quindi sì, lunga vita al ventaglio.
E a tutte quelle madri e figlie che, tra un battibecco e un “ma come ti sei vestita?”, si scelgono ogni giorno. Anche sotto 40 gradi.
Con affetto (e un leggero colpo di polso),
Natalia
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