NATALIA RE

Oggi mi si è presentata una sfida

Una di quelle che non si affrontano con decisioni o azioni concrete, ma con il cuore e con la consapevolezza.
Pensavo che quella relazione fosse qualcosa di più: non solo professionale, ma anche umanamente significativa. Una collaborazione che, nel tempo, avevo iniziato a vivere come uno spazio condiviso di fiducia e rispetto reciproco. Forse, anche di amicizia.
 
Negli ultimi giorni c’è stato un fitto scambio di mail. Comunicazioni lunghe, dense, talvolta ambigue. Leggendole e rileggendole, ho cominciato a sentire che qualcosa non tornava. Parole scelte con troppa distanza, toni che tradivano una freddezza inaspettata.
 
E oggi, la conferma.
Quello che credevo fosse un legame professionale, sì, ma anche umano, si è rivelato per quello che era davvero: un’illusione mia. Un fraintendimento nato, forse, dalla mia tendenza a vedere il meglio negli altri ed a dare tempo…
 
Mi sono sentita delusa, spiazzata. Ma anche questo fa parte del percorso.
 
E dunque, non tutte le connessioni che ci sembrano profonde lo sono davvero. Alcune relazioni, per quanto curate e nutrite, restano in superficie, anche se ci illudono del contrario.
Ma ogni delusione è anche un’occasione per vedere più chiaramente.
E se oggi sono un po’ più lucida, un po’ più consapevole di ciò che voglio e di ciò che non devo più aspettarmi, allora questa sfida ha avuto il suo senso.
 
Riflettere prima di agire. Agire per stare meglio!